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La gestione dei reflui zootecnici comporta diverse criticità, tra le quali elevate emissioni in atmosfera di gas acidificanti e climalteranti oltre a possibili perdite di nutrienti dal comparto suolo alle acque. Una corretta gestione degli effluenti può consentire non solo di ovviare a tali problematiche, ma anche di valorizzarne agronomicamente il contenuto in azoto, fosforo, potassio, microelementi e sostanza organica.

Il progetto, sulla base di pregresse esperienze dei proponenti, prevede la messa a punto di una filiera virtuosa e sostenibile di valorizzazione degli effluenti zootecnici.

In una prima fase, i liquami zootecnici saranno acidificati con l’obbiettivo di abbatterne le emissioni, e quindi le perdite di azoto e carbonio nelle successive fasi di stoccaggio e trattamento, e poi separati meccanicamente. La frazione liquida acidificata così ottenuta, visto il suo elevato contenuto in acqua che la rende non idonea al trasporto, potrà essere impiegata a livello locale in prossimità del centro aziendale. Quella solida, caratterizzata da una maggiore concentrazione di sostanza secca, e quindi di sostanza organica ed elementi nutritivi, sarà ulteriormente densificata mediante il processo di pellettizzazione così da renderne economicamente più sostenibile il trasporto in frutteto.

Al fine di ottimizzare l’impiego agronomico del materiale pellettato, sarà monitorato lo stato nutrizionale dei frutteti in fase iniziale, attraverso l’analisi dei suoli, della vegetazione e delle produzioni, tramite analisi sperimentali e sorvoli  con droni dotati di sensori specifici messi a punto nel corso del progetto. I dati così ottenuti saranno successivamente integrati e utilizzati per creare delle mappe di fertilità/concimazione sito-specifiche.

La fase finale di utilizzazione del materiale pellettato sarà eseguita utilizzando un prototipo di macchina (anch’essa implementata nel corso del progetto) in grado di distribuirlo in frutteto a dosi variabili e in funzione delle mappe di concimazione precedentemente definite.

Saranno, inoltre, misurate le emissioni di ammoniaca e gas serra durante la fase di stoccaggio e distribuzione in campo delle frazioni solide e liquide acidificate e non acidificate, con l’obbiettivo di quantificare il vantaggio dell’acidificazione in termini di controllo dell’inquinamento del comparto atmosferico.

I risultati ottenuti saranno divulgati organizzando due convegni conclusivi: uno nella zona ad più alta vocazione zootecnica ed uno in quella frutticola. Gli eventi saranno aperti ad un pubblico di allevatori, frutticoltori, tecnici e funzionari regionali.

La filiera analizzata nell’ambito del progetto, oltre ad aumentare la sostenibilità ambientale del settore zootecnico e di quello frutticolo, una volta consolidata sul territorio potrebbe coinvolgere più attori della realtà provinciale cuneese: allevatori, trasportatori, ditte di contoterzismo, frutticoltori, costruttori di macchine agricole e aziende dotate di impianti di biogas, con evidenti benefici economici e occupazionali.

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